La cattiva gestione della raccolta domestica dei rifiuti, la pessima abitudine di trasformare i wc in pattumiere e il non perfetto funzionamento dei depuratori comporta, a carico dell’ecosistema, un conto altissimo e, trattandosi di mare, possiamo proprio dire salatissimo.
I dati raccolti nel corso della seconda edizioni di “Se butti male… Finisce in mare!”, progetto educativo realizzato da Legambiente e Corepla (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica) sono inequivocabili: nel corso dei monitoraggi effettuati su quindici spiagge di Puglia e Campania da oltre 4.000 volontari sono stati rinvenuti mediamente oltre 11 rifiuti per ogni metro di spiaggia. In entrambe le regioni la stragrande maggioranza dei rifiuti era di natura plastica (84,3% del totale) e, in minor parte, di vetro/ceramica (4,3%) e di metallo (4%). Nello specifico il 10,7% dei rifiuti monitorati era rappresentato da frammenti di plastica di dimensione compresa tra i 2,5 e i 50 centimetri provenienti da oggetti non più riconoscibili. Purtroppo non sono mancati i mozziconi di sigaretta (9,7%), i tappi/coperchi/anelli di plastica (7,5%) e cottonfioc di plastica (7,2%) che, fortunatamente, in Italia sono stati messi al bando dall’inizio del 2019. Il 6% dei rifiuti totali era rappresentato da pezzi di polistirolo e, nella stessa percentuale, da bottiglie per bevande, il 5,7% da calze per la coltivazione dei mitili e il 4,6% plastica monouso. Sulle spiagge poi sono stati rinvenuti rifiuti ricollegabili all’attività edile come mattoni, mattonelle, ceramiche, calcinacci, fibra di vetro e materiale isolante (3,2%) nonché buste e shopper (2,8%).
L’attività di Legambiente non si è limitata al monitoraggio degli arenili, ma si è sviluppata, come già avvenuto lo scorso anno, in una campagna di sensibilizzazione ed informazione che ha coinvolto 40 classi di scuole campane e pugliesi per promuovere uno stile di vita più ecofriendly che contrasti il fenomeno del marine litter attraverso laboratori e attività ludico-didattiche sia a scuola che sul campo.
«I numeri della nostra indagine dimostrano ancora una volta che il marine litter è un problema che ci coinvolge da vicino - dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente -. Ridurre nei prossimi anni i rifiuti sulle nostre spiagge e nei nostri mari non è una sfida impossibile, ma va affrontata con determinazione. L'Italia da questo punto di vista sta facendo spesso da apripista, anticipando le direttive europee su questo fronte. C'è bisogno però dell'impegno di tutti noi. Dopo l'esperienza dello scorso anno in Sicilia, quest'anno abbiamo voluto coinvolgere i ragazzi delle scuole di Campania e Puglia per renderli non solo partecipi del problema, ma anche e soprattutto per evidenziare le soluzioni che passano sempre di più su politiche di prevenzione e sensibilizzazione, su una corretta gestione dei rifiuti a partire dalla raccolta differenziata e dal riciclo per sostenere e promuovere l’economia circolare».
Fonte: comunicato stampa Legambiente
Articolo di Letizia Palmisano