La Plastica: un’invenzione tanto utile quanto deleteria. Un materiale che ha rivoluzionato le nostre vite, semplificato abitudini, accelerato i tempi, ma che ha generato tanto inquinamento.
Il problema infatti è: dove va a finire tutta questa plastica una volta che gli oggetti che la contengono hanno esaurito la loro funzione? Secondo le stime diffuse dal World Wide Fund for Nature, nel rapporto internazionale "Responsabilità e rendicontazione, le chiavi per risolvere l'inquinamento da plastica", un milione di tonnellate di plastica ogni anno vengono disperse in natura, i dati sono allarmanti se si pensa che ogni anno nel mondo ne vengono prodotte 396 milioni di tonnellate. Se questo contesto rimarrà immutato si stima che entro il 2030 l’inquinamento dato dalla plastica si raddoppierà rispetto ad oggi.
È necessario quindi un impegno globale per porre rimedio alla situazione. Fortunatamente sono sempre più numerosi i provvedimenti volti a disincentivare e vietare l’uso della plastica usa e getta a favore di scelte più consapevoli. Un ruolo fondamentale è poi quello svolto dalle campagne di sensibilizzazione e in questo settore svolgono sicuramente una funzione centrale i social network.
La guerra alla plastica si fa anche social e l’attenzione in questo senso non è mai stata così alta come in questo momento. Numerose le campagne, gli hashtag e i tag creati appositamente per sensibilizzare o per divulgare tematiche riferite a questo materiale. È per questo che ci è sembrato utile fare un po’ di chiarezze all’interno del mondo social, concentrandoci sugli hashtag in modo da capire quali siano i più utilizzati, qual è il loro significato e a cosa in realtà si riferiscano.
Ammettiamolo tutti almeno una volta abbiamo realizzato un post con #plasticfree, ma siamo sicuri di conoscere il suo vero significato? Sicuramente è tra gli hashtag, in materia, quello che oggi è di maggiore utilizzo e letteralmente significa “liberi dalla plastica”. Soprattutto in Italia è legato a campagne lanciate dal Ministero dell’Ambiente volte a ridurre l’impiego della plastica usa e getta nella pubblica amministrazione, comuni, scuole, nonché negli eventi che vantano il patrocinio dello stesso Ministero, ma non solo. Sono diverse le campagne social che utilizzano questo hashtag, forse un utilizzo che in alcuni casi potrebbe risultare improprio in quanto sarebbe più corretto parlare di #plasticless letteralmente “meno plastica”.
#plasticless, #stopsingleusesplastic, #plasticamonouso oppure #plasticausaegetta sono questi gli hashtag utilizzati, in Italia e all’estero, per dire stop alla plastica usa e getta soprattutto a seguito della Direttiva europea che ha messo al bando a partire dal 2021 numerosi prodotti realizzati con questo materiale. Si tratta di hashtag molto comuni impiegati in numerose campagne tutte naturalmente accumunate dallo stesso impegno e dalla stessa filosofia volta a sollecitare ad adottare comportamenti che siano sempre più a minor impatto ambientale.
Sempre di carattere generale sono poi gli hashtag #noplastic #plasticzero #stoplastica anche questi tutti legati principalmente a campagne volte a disincentivare l’utilizzo di plastica monouso. Un pochino diverso è il discorso per l’#iosonoambiente, impiegato in maniera generale per le campagne ambientali, ma spesso associato anche al tema della plastica, come la campagna #PlasticFree.
#svestilafrutta o #ecocannucce, questi hashtag sono legati a specifiche campagne volte a disincentivare l’utilizzo di determinati prodotti suggerendo alternative sostenibili.
Partendo da #svestilafrutta (o il suo omologo inglese #nakedfruit), questo è legato ad una campagna lanciata, lo scorso anno, dalla rivista GreenMe che aveva come obiettivo quello di sensibilizzare i consumatori e i supermercati sull’abuso degli imballaggi in plastica e arrivare in questo modo all’orecchio dei produttori per creare un’inversione di tendenza che rispettasse l’ambiente, prediligendo la vendita di prodotti sfusi. Scopo della campagna? Postare sui social immagini di ortaggi e frutta racchiusi in contenitori di plastica tutto accompagnato con l’hashtag diventato in poco tempo virale.
#ecocannucce (#strawfree) è stata invece una campagna realizzata da Marevivo per disincentivare l’utilizzo delle classiche cannucce di plastica che troppo spesso accompagnano le nostre bevande. Un prodotto che in media utilizziamo solo per 20 minuti, molto spesso anche meno, ma che impiega 500 anni per essere smaltito. L’iniziativa era volta a sensibilizzare i cittadini e locali a fare a meno delle cannucce di plastica oppure optare per una scelta eco-friendly biodegradabile e compostabile.
Questi sono solo gli esempi più famosi di hashtag legati alla lotta alla platica molti altri se ne potrebbero fare. I social sono infatti un grande esempio di democrazia dove ognuno di noi può dire la sua opinione o per meglio dire usare il proprio hashtag.
Fonti e approfondimenti
https://www.minambiente.it/pagina/io-sono-ambiente-linee-guida-e-materiali-plastic-free
https://www.repubblica.it
https://marevivo.it/news/ecocannucce-923/comunicato_stampa-63/
https://www.greenme.it/informarsi/rifiuti-e-riciclaggio/26859-svestilafrutta-imballaggi-plastica-frutta-e-verdura