Quello dello spreco di generi alimentari e di cibo è oggi un grande problema in paesi come il nostro. Sono diversi i momenti della filiera in cui ciò avviene. Ogni consiglio quindi per ridurli è fondamentale sia dal punto di vista ambientale che sociale. La sua importanza è tale che, pensate, la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha istituito la Giornata Internazionale della Consapevolezza sulle perdite e gli Sprechi Alimentari, che si celebra a livello mondiale il 29 settembre per poter fare il punto sulla situazione ambientale, economica e sociale.
Come riportato in un interessante comunicato diffuso da Babaco Market in occasione della seconda giornata internazionale sul tema, in base al Food Waste Index Report 2021 lo spreco alimentare ammonta a 931 milioni di tonnellate ogni anno. Il 61% si origina tra le mura domestiche ed è responsabile del 8-10% delle emissioni di gas serra a livello globale.
Per avere un’idea del fenomeno, se le perdite e lo spreco alimentare fossero un Paese, sarebbero la terza più grande fonte di emissioni di gas serra al mondo! La pessima notizia è che tutto ciò non è assolutamente sostenibile, la buona è che cambiare i modelli di acquisto e consumo nonché modificare le abitudini quotidiane, è possibile e alla portata di tutti.
Uno degli insegnamenti ad esempio della filosofia di Babaco market – il delivery 100% Made in Italy di frutta e verdura fuori dall’ordinario che combatte lo spreco che si origina dal campo al mercato – è quello secondo cui per diventare food hero si può partire consumando frutta e verdura brutta, ma buona nonché sostenere i produttori locali.
Ma non solo. Per arricchire le idee volte a ridurre gli sprechi in un’ottica di cucina zero waste, hanno chiesto la collaborazione ad esperti del settore food e scientifico. Così Silvia Goggi, medico specialista in scienza dell’alimentazione, autrice best-seller e divulgatrice, e Myriam Sabolla, cuoca vegetale e professional organizer, hanno donato preziosi suggerimenti per il meal prep smart e la fermentazione come strategie per evitare gli sprechi e le perdite alimentari e trasformarsi di giorno in giorni in veri e propri food hero.
Una gran parte di ciò che finisce nel cestino è invisibile agli occhi dei consumatori. Per spreco alimentare non si intende solo quello che si genera quando si butta via il cibo che non viene consumato, esiste una parte importante dello spreco che si origina a monte e accresce man mano che si avanza nella filiera della produzione. Questa parte è conosciuta come perdita (food losses) ed è agli occhi dei più invisibile, ma di grande importanza nell’economia della lotta agli sprechi.
Una strategia per evitare gli sprechi alimentari è programmare e preparare i piatti della settimana sulla base di quanto si è acquistato cercando di utilizzare il 100% dei prodotti, anche bucce e semi.
“Il mio metodo preferito è avere a portata di mano basi e ingredienti cotti e crudi, già preparati e da combinare nei piatti che compongono il menù settimanale. Per me è il miglior modo per risparmiare tempo e fatica, ed evitare la noia e l’impegno di dover cucinare tutto in un’unica sessione. Per questo mi piace parlare di meal prep smart: il segreto è ritagliare dei momenti durante la settimana per dedicarsi con piacere alla cucina e sfruttare al massimo ogni ingrediente. È anche un modo più sostenibile per conciliare gli impegni di noi persone indaffarate e la necessità di mangiare bene”, racconta Myriam Sabolla.
Nata come una delle principale tecniche della conservazione dei cibi, la fermentazione per molto tempo è stata messa in secondo piano dall’industria alimentare che le ha preferito la pastorizzazione, che conserva e rende commestibili i cibi uccidendo tutti i batteri, anche quelli “buoni”. La necessità di attuare uno stile di vita più sostenibile può però aiutare la fermentazione a riguadagnare terreno.
Silvia Goggi e Myriam Sabolla spiegano: “La fermentazione non solo conserva i nutrienti, ma li riduce anche in forme più facilmente digeribili. Sebbene la pastorizzazione sia stata una scoperta fondamentale e abbia permesso di conservare cibi altrimenti deperibili, oggi riscopriamo, quanto sia importante assumere anche cibi “vivi” per la nostra salute fisica e mentale. La fermentazione, infatti, aumenta l’acidità dei cibi (creando un ambiente sfavorevole allo sviluppo dei patogeni e aumentando la conservabilità); pre-digerisce zuccheri e proteine, scindendoli in molecole più piccole; migliora il profilo nutrizionale degli alimenti arricchendoli di preziosi fermenti lattici o lactobacilli, e rendendo più facilmente disponibili vitamine e altre sostanze utili”.
Grazie alla fermentazione possiamo conservare e rendere commestibili anche quelle parti delle verdure che solitamente vengono considerate scarti e dunque buttate come i torsoli e le foglie.
Una verdura perfetta e grande protagonista dell’autunno per sperimentare le virtù della fermentazione è il cavolo il cui torsolo può essere conservato in salamoia e diventare un ottimo snack o un perfetto condimento per panini e Burger. Ecco la pratica ricetta:
Pickle di torsolo
Ingredienti
Torsoli di cavolo cappuccio
100 ml di acqua
100 ml di aceto bianco o di mele
10 g di sale
Procedimento
Portare a ebollizione acqua e aceto con il sale. Spegnere e fare intiepidire. Tagliare il torsolo a bastoncini e posizionali in un vaso di vetro pulito da 250 ml. Versare la salamoia, chiudere il vaso e lasciar passare un paio di giorni. Conserva in frigo una volta aperto.
Qualche suggerimento in casa Ecostoviglie
Un ultimo suggerimento a quanto divulgato dal comunicato riportato invece lo diamo noi e riguarda il fatto che spesso si sovrastimi quel che si prepara a casa, specie se si hanno ospiti a cena, o quando si ordina a ristorante. La soluzione migliore è far portar via qualcosa, ovvero la classica doggy bag o schiscetta. Tenete a portata di mano contenitori con coperchio e sacchetti in casa o al ristorante e offrite agli ospiti di continuare la degustazione a casa loro aiutando peraltro a ridurre l’impatto ambientale del pasto!