A decorrere dal 14 gennaio 2022 anche in Italia, come negli altri Paesi dell’Unione europea, viene data attuazione alla direttiva Sup (Single use plastic) che vieta l’uso di alcuni prodotti in plastica monouso,che secondo le stime, ad oggi costituisce circa il 50% di tutti i rifiuti dispersi sulle spiagge europee e che quindi vanno assolutamente ridotti per il bene del Pianeta.
L’obiettivo del decreto di recepimento è “prevenire e ridurre l’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, in particolare l’ambiente acquatico, e in particolare sulla salute umana, nonché a promuovere la transizione verso un’economia circolare con modelli imprenditoriali, prodotti e materiali innovativi e sostenibili, contribuendo in tal modo alla riduzione della produzione di rifiuti, al corretto funzionamento del mercato e promuovendo comportamenti responsabili rispetto alla corretta gestione dei rifiuti in plastica”.
Con l’entrata in vigore della nuova normativa sono quindi banditi piatti, posate, (alcuni) bicchieri in plastica, ma anche cotton fioc (tranne quelli biodegradabili, come già previsto in Italia da anni), cannucce (tranne nelle ipotesi nelle quali si applica la direttiva 90/385/CEE o la direttiva 93/42/CEE), i bastoncini dei palloncini (tranne quelli per uso industriale o altri usi e applicazioni professionali che non sono distribuiti ai consumatori).
Non sarà più possibile inoltre mettere in commercio tazze o bicchieri per bevande in polistirene espanso (e relativi tappi e coperchi) e non sarà possibile vendere contenitori per alimenti in polistirene espanso che, contestualmente, siano destinati al consumo immediato (sul posto o da asporto), che siano generalmente consumati direttamente dal recipiente e che siano pronti per il consumo senza ulteriore preparazione (es cottura, bollitura o riscaldamento).
In Italia la normativa però è “avanti”. Diversamente dalla direttiva europea, il Decreto prevede che il divieto non si applicherà ai prodotti biodegradabili e compostabili con percentuali di materia prima rinnovabile uguali o superiori al 40% e, dal 1° gennaio 2024, superiori almeno al 60%.
Per i trasgressori sono previste pesanti sanzioni che, a partire da 2.500 Euro, giungono fino a 25.000 euro e sono aumentate fino al doppio del massimo in caso di immissione sul mercato di un quantitativo di prodotti del valore superiore al 10% del fatturato del trasgressore.
A commento dell’entrata in vigore della norma Legambiente dà un’informazione molto importante per mezzo di Stefano Ciafani ricorda “(...) Per combattere lo strapotere dell’usa e getta in plastica è dunque importante puntare su tre azioni: favorire una drastica e concreta riduzione, attraverso un'applicazione efficace della direttiva; sensibilizzare le persone ad adottare comportamenti e stili di vita più sostenibili ricordando che la dispersione di plastica nell’ambiente può causare seri danni anche alla biodiversità. Infine, è fondamentale promuovere una filiera industriale che punti sempre più sulla chimica verde e sui materiali compostabili, laddove non è possibile escludere i prodotti monouso, come prevede giustamente il decreto di recepimento della direttiva in Italia, come è già avvenuto in alcune parti d'Italia dove sono state riconvertite le produzioni, rivitalizzando anche siti industriali dismessi”.
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