Considerando che, ogni anno, tonnellate di generi alimentari finiscono nel secchio (speriamo, almeno, in quello destinato alla raccolta dell’umido), la sfida contro lo spreco di cibo è fondamentale per annullare (o almeno ridurre) l’impatto ambientale che questo fenomeno comporta e per evitare di gettare alimenti che sono ancora buoni, gustosi e quindi perfetti da consumare. Sono tanti gli ambiti nei quali si può intervenire: quello della produzione, della distribuzione, della vendita, a casa... e al ristorante.
Proviamo a riassumere qui alcune buone pratiche consigliate dagli amici ristoratori! Sui social, nei commenti, aspettiamo di conoscere anche le vostre.
Che sia al mercato, in cucina o in sala, nell’organizzazione di un ristorante, tutti debbono fornire il proprio contributo nella lotta allo spreco, conservando correttamente le materie prime ed evitando - con gentilezza - che i clienti ordinino più cibo di quanto possano consumarne. Quindi cercate di spingere i vostri clienti ad orientarsi sulla qualità anziché sulla quantità magari consigliando loro di non ordinare altre pietanze se c’è ancora cibo nel loro piatto o nel caso degli all you can eat prevedere un “sovrapprezzo” motivandolo proprio con la necessità di evitare spreco di cibo.
Analizzate attentamente i vostri sprechi: sono legati ad un'errata stima degli approvvigionamenti? Vengono sprecati sempre gli stessi alimenti? Osservate poi gli scarti: vengono gettate diverse parti di frutta e verdura ancora edibili? Pensate a come ottimizzare tutte queste risorse. Potreste, ad esempio, cambiare menù per utilizzare ciò che solitamente si butta, inventare ricette antispreco sottolineando nel menù che quel piatto - oltre ad essere buonissimo - combatte il food waste! I clienti dal cuore green apprezzeranno questo gesto!
Inoltre, prima di realizzare il piatto del giorno, vedete ciò che è ancora ottimo ma va assolutamente consumato in giornata! Avevate un’idea di pasto diversa? Tenetela per domani.
Se offrite ai vostri ospiti la possibilità di mangiare con la formula “all you can eat” evitate che ciò diventi un’occasione di spreco. Non dovendo pagare la singola pietanza, i clienti potrebbero tendere a riempire i piatti e continuare ad ordinare anche oltre le loro capacità gastriche. Cosa fare? Beh potreste aggiungere una regola: si può richiedere refill solo dopo aver finito il cibo oppure pagare una “tassa” per ogni piatto non svuotato, spiegando che il vostro è un locale amico dell’ambiente.
Non aspettate che sia il vostro cliente a chiederla. Scrivetelo anche nel vostro locale e nel menù: il cibo era ottimo ma le porzioni erano eccessive? Si può portare a casa ciò che è rimasto nel piatto grazie alla doggy bag (chiamata anche schiscetta!). Evitate, però, di usare contenitori di plastica: scegliete doggy bag di carta, in polpa di cellulosa o una delle tante soluzioni ecosostenibili di ecostoviglie perfette per portare il cibo a casa e conservarlo fino al giorno dopo per continuare a vivere l’esperienza del ristorante anche tra le mura domestiche.
Se, a fine serata, le rimanenze non possono essere riutilizzate l’indomani (e qualcosa rimane tutte le sere!), potreste preparare delle “mistery box” ovverosia delle scatole piene di cibo invenduto, - utilizzando sacchetti o contenitori da asporto - da vendere a metà prezzo. Esistono alcune app che rendono ciò possibile ma potrebbe essere sufficiente pubblicare un post sui vostri social per far diffondere la voce. Un’altra via è quella della beneficenza: esistono diverse associazioni che, in accordo con i titolari di attività ristorative, alla chiusura recuperano le rimanenze per distribuirle a chi sicuramente apprezzerà il vostro gesto, non solo ecosostenibile ma anche etico e di cuore.