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Lo scorso 21 Maggio l’Unione Europea ha approvato la direttiva sulle materie plastiche monouso (detta anche direttiva SUP, Single Use Plastics) che, una volta recepita dai singoli Stati membri, fisserà sanzioni più severe al fine di prevenire e contrastare i tipi di prodotti e di imballaggi che rientrano tra i dieci inquinanti che contribuiscono al fenomeno del marine litter. I produttori sono corsi ai ripari e, sul mercato, sono già comparsi numerosi articoli realizzati con materiali compostabili (carta, legno e plastiche compostabili) volti a sostituire i vecchi prodotti usa e getta in plastica tradizionale.
La rapida diffusione dei nuovi manufatti monouso compostabili avrà certamente delle ripercussioni nella raccolta dei rifiuti organici destinati al compostaggio che, ad oggi, “pesano”, nel vero senso della parola, 7.000.000 di tonnellate. C.I.C. (Consorzio Italiano Compattatori) ha sottolineato il rischio – legato alla compresenza sul mercato dei manufatti compostabili e di quelli realizzati con materiali plastici tradizioniali – di un forte decadimento della qualità della raccolta della frazione organica ed un conseguente aumento dei costi a carico della collettività della filiera del recupero.
Per evitare tale scenario il CIC, in vista del recepimento da parte dell’Italia della direttiva SUP, ha formulato alcune proposte.
Innanzitutto, oltre la necessaria attività di informazione dei cittadini circa le novità dettate dalla direttiva comunitaria, CIC ha chiesto che sia prevista l’apposizione sui manufatti compostabili di un particolare simbolo che consenta di identificare facilmente la filiera di recupero a cui vanno avviati a fine vita. Tale sistema di identificazione deve comunque garantire la sussistenza dei necessari requisiti di compatibilità con il sistema del compostaggio industriale ed innanzitutto con lo standard europeo EN 13432. L’aumento poi della mole di rifiuti organici prodotti in conseguenza della immissione in commercio dei nuovi prodotti compostabili comporterà la necessità di adeguate risorse da destinare agli investimenti che verranno effettuati sugli impianti di compostaggio per fronteggiare il cambiamento delle caratteristiche merceologiche e fisiche dei rifiuti organici.
Sempre secondo il Consorzio, in fase di progettazione, si deve porre maggiore attenzione anche ai profili “ecologici” legati al “fine vita” del manufatto e quindi al suo riciclo.