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L’anno ormai trascorso ha profondamente segnato le abitudini degli italiani soprattutto nel settore gastronomico. Le limitazioni alla mobilità imposte dalle Autorità per ridurre la diffusione del Covid-19, ad esempio, hanno comportato un aumento esponenziale del cibo da asporto e del servizio di delivery.
Notoriamente, fra i prodotti maggiormente diffusi in questo ambito, la pizza ricopre un posto di assoluto rilievo. In occasione della giornata mondiale di questo tesoro della cucina italiana – che ogni anno si celebra il 17 gennaio (Pizza Day) - Deliveristo, il marketplace digitale B2B dedicato alla ristorazione che mette in contatto ristoratori e chef con i produttori, ha dedicato uno studio sui comportamenti di consumatori, ristoratori e produttori emersi nel 2020.
Coniugando praticità e bontà, la pizza a portafoglio, tipico street-food di Napoli, ha valicato i confini partenopei per diffondersi in tutta Italia: la possibilità di gustare una buona pizza camminando ha infatti spinto molte pizzerie ad offrire alla tipologia questa specialità sia in versione dolce che salata.
Nel 2020 ristoranti, locali e pizzerie chiusi al pubblico hanno potuto continuare a offrire i loro prodotti grazie al servizio di delivery e, secondo i datti dell’osservatorio di Just Eat, la pizza si è confermata al primo posto fra i piatti consegnati a domicilio. Oltre alle pizze già pronte molti operatori forniscono box contenenti gli ingredienti per assemblare questa piatto direttamente a casa o, addirittura, c’è chi, grazie ad uno speciale forno “Hotbox”, recapita a casa le pizze calde come fossero appena uscite dal forno.
L’evoluzione della pizza non si limita alla fase del trasporto, ma comincia già nel momento della sua genesi.
Il mondo della pizza, infatti, si sta avvicinando all’alta cucina con una serie di contaminazioni che faranno felici gli amanti della buona tavola. Aumenta sempre più rapidamente il numero delle pizzerie che utilizzano ingredienti selezionati, di altissima qualità, appartenenti al Presidio Slow Food come, ad esempio, il pomodoro San Marzano D.O.P., la granella di pistacchio di Bronte o la nduja di Spilinga affumicata. L’impasto poi è un elemento centrale nella percezione del consumatore: le farine diventano sempre più ricercate - come quella di farro, di kamut o alla curcuma – e il processo della lievitazione rappresenta una caratteristica essenziale per la clientela.
“Il mondo della ristorazione sta cambiando sulla spinta di quanto avvenuto nel 2020. L’attenzione agli ingredienti non è di certo una novità, considerando che la quasi totalità dei pizzaioli riconosce l’importanza di utilizzare prodotti a marchio DOP o IGP e Presidi Slow Food. Ora anche i consumatori, che negli ultimi mesi hanno modificato le loro abitudini, si mostrano sempre più sensibili alla qualità e alla provenienza delle materie prime. Come Deliveristo siamo a fianco di ristoratori e produttori per aiutarli a scegliere i migliori ingredienti da portare in cucina”, sottolinea Erica Fifield, responsabile produttori di Deliveristo.
Fonte: comunicato stampa deliveristo