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Per quanto possa apparire paradossale, anche in anni flagellati da una pesante crisi economica, nelle case degli italiani continua a perpetrarsi un delitto: lo spreco alimentare. Secondo una recente indagine Coldiretti/Ixè, in Italia, nel corso del 2020, è stato registrato uno “spreco-procapite” di 36 kg di cibo: ogni famiglia italiana, quindi, getta nella spazzatura cibo per un valore di 4,91 euro la settimana per un totale di 6,5 miliardi.
Fortunatamente, man mano, è andata crescendo la sensibilità degli italiani in merito a questa piaga: oltre la metà della popolazione italiana (54%) ha diminuito o annullato gli sprechi alimentari adottando diverse strategie (consumo degli avanzi, maggiore attenzione alla data di scadenza, spesa km0, riduzione delle quantità acquistate e dono in beneficienza dei prodotti alimentari non consumati). (FONTE https://fstt-sat.eu/lo-spreco-alimentare-in-italia-i-dati-del-2020/)
Un soluzione è offerta anche dal mondo virtuale: l’app Too Good To Go permette a bar, ristoranti, forni, pasticcerie, supermercati ed hotel di vendere online - a prezzi ribassati - il cibo invenduto “troppo buono per essere buttato”.
In vista della Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (5 febbraio 2021), Too Good To Go ha promosso il “Patto contro lo Spreco Alimentare” al quale hanno già aderito diverse ed importanti aziende del mondo del food&beverage (Birra Peroni, Carrefour, Chi è il padrone? La Marca del consumatore, Cirfood, Danone, Fruttagel, Granarolo, Gruppo Montenegro, Gruppo VéGé, IKEA, Kraft-Heinz, Mare Aperto, Naturasì, Nestlé, Raspini Salumi, Salumi Pasini, Unilever, Wami).
Il Patto prevede una serie di azioni chiave contro gli sprechi alimentari che si basano su cinque punti fondamentali: Etichetta Consapevole, Azienda Consapevole, Consumatore Consapevole, Supermercato contro lo Spreco, Fabbrica contro lo Spreco.
Considerando che il 10% dello spreco alimentare in Europa è ricollegabile ad un’errata interpretazione delle etichette, con l’Etichetta Consapevole, Too Good To Go promuove l’utilizzo di un’ulteriore specifica da applicare sui prodotti e sulle confezioni per chiarire meglio il significato del TMC (termine minimo di conservazione indicato con la frase “da consumarsi preferibilmente entro”). L’Etichetta Consapevole, infatti, inviterà i consumatori a verificare se i prodotti siano ancora consumabili dopo la data minima di conservazione tramite una frase distintiva (“Spesso buono oltre”) e grazie ad una serie di pittogrammi che consiglieranno di “osservare, annusare, assaggiare”.
Con “Azienda Consapevole” e "Consumatore Consapevole”, Too Good To Go invita le aziende a sensibilizzare dipendenti e consumatori sul problema degli sprechi alimentari mediante webinar e campagne informative o, per chi offrisse il servizio di mensa aziendale, tramite hidden store che distribuiscano i prodotti invenduti ai dipendenti.
“Supermercato contro lo spreco” è, invece, l’iniziativa pensata per le catene di supermercati e finalizzata al monitoraggio degli sprechi in store e alla promozione di scaffali o sezioni speciali dedicate a prodotti che hanno superato il TMC.
Le aziende che aderiranno al punto del Patto relativo alla “Fabbrica contro lo spreco” si impegneranno infine a monitorare la propria catena di produzione per limitare gli sprechi. Too Good To Go sta creando una struttura logistica che permetterà di raccogliere i prodotti invenduti delle aziende che saranno quindi acquistabili dai cittadini mediante app e ritirabili presso dei pick up designati.
“L’obiettivo del patto contro lo spreco alimentare è creare una rete virtuosa di attori che si impegnano sia a informare e sensibilizzare su una problematica che sta diventando sempre più importante, sia a compiere azioni concrete per avere un impatto diretto. Il fatto che così tante realtà abbiano deciso di accogliere il nostro invito non fa altro che rafforzare il nostro impegno per portare il contrasto allo spreco alimentare sempre più al centro dell’attenzione e del dibattito”, spiega Eugenio Sapora, Country Manager Italia di Too Good To Go.
“In questa fase storica abbiamo bisogno più che mai di costruire sinergie tra imprese, terzo settore, istituzioni e cittadini. Serve ripensare un modello sociale, culturale ed economico che nella pandemia ha mostrato tutte le sue fragilità. Contrastare lo spreco alimentare non è solo un fatto di riduzione quantitativa, piuttosto una opportunità per creare nuovo valore nella filiera economica, inclusione sociale e maggiore consapevolezza nei cittadini”, sottolinea l’On. Maria Chiara Gadda, prima firmataria della c.d. legge “anti-spreco” 166/16.
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