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Se, da un lato, circa un terzo del cibo prodotto viene perso o sprecato, allo stesso tempo, si stima che almeno un quarto di tutte le emissioni di gas serra sia ricollegabile al modo in cui usiamo la nostra terra nonché alla produzione e al consumo del cibo.
In questo scenario la FAO non poteva che accogliere favorevolmente i contenuti del rapporto speciale pubblicato, nei giorni scorsi, dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) e che ha evidenziato, fra l’altro, che pratiche agricole non sostenibili possano aggravare il problema del cambiamento climatico.
Il rapporto non affronta solamente la piaga dei cambiamenti climatici, ma analizza anche i sistemi alimentari sostenibili, il tema della sicurezza alimentare e della nutrizione nonché della tutela della biodiversità. Questi temi non sono per nulla slegati gli uni dagli altri: la sicurezza alimentare sarà, anzi, messa a repentaglio dai futuri cambiamenti climatici che, in assenza di interventi forti, ridurranno la produttività delle coltivazioni e degli allevamenti soprattutto nelle zone tropicali.
Secondo gli esperti della FAO, il settore agricolo può fornire un valido contributo alla lotta ai cambiamenti climatici consentendo di imprigionare enormi quantità di carbonio nei terreni, nelle foreste e nei mari. Per raggiungere questo obiettivo è, però, necessaria l’adozione di sistemi agricoli integrati ed intelligenti per l'alimentazione del bestiame, per la gestione del letame e per un miglior uso delle tecnologie come i generatori di biogas e i dispositivi di risparmio energetico nonché una migliore governance del settore forestale e una migliore pianificazione territoriale.
"Si tratta di un rapporto allarmante su come il degrado sistematico dei suoli, la deforestazione, la desertificazione, le pratiche agricole non sostenibili e la scomparsa della biodiversità abbiano trasformato la nostra terra in una delle principali fonti di carbonio, mettendo maggiormente a rischio la nostra sicurezza alimentare e l'ambiente", ha detto Maria Helena Semedo, Vicedirettore Generale della FAO per il clima e le risorse naturali.
"In un contesto in cui il numero delle persone denutrite continua a crescere, e in cui i modelli economici e di produzione agricola mondiale prevedono l'aumento del 29% dei prezzi dei cereali entro il 2050 a causa del cambiamento climatico, la FAO si augura che il rapporto possa stimolare la comunità globale a intensificare gli interventi di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico", ha aggiunto Semedo.
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