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Scaffali pieni di merci provenienti da tutto il mondo e impacchettati, in maniera spesso anche eccessiva, in confezioni di plastica: questa è l’immagine che ci viene in mente quanto pensiamo ai moderni supermercati.
Non sarebbe meglio, invece, avere a disposizione un supermarket a basso impatto ambientale che offra prodotti sfusi provenienti da un’area geografica di estensione inferiore a 110 chilometri? Troppo semplice rispondere positivamente, a parole, a questa domanda, mentre assai più impegnativo è trasformare in realtà questa idea.
Ci sono riusciti a Ossana, piccolo centro trentino della Val di Sole, dove l’amministrazione comunale ha emanato un bando per l’assegnazione di un immobile che prevedeva stretti vincoli qualitativi. Innanzitutto i partecipanti dovevano impegnarsi a vendere prodotti alimentari secchi che, per almeno il 70%, non fossero confezionati con imballaggi in plastica o altro materiale o usando recipienti di vetro (per almeno il 20%). Per i prodotti liquidi (olio, vino e altre bevande) la percentuale prevista di “no-plastic packaging” saliva addirittura al 90% e, in più, per il 75%, la produzione/trasformazione dei prodotti doveva avvenire entro e non oltre 110 chilometri dal punto vendita. Gli alimenti esposti nel banco frigo dovevano essere sfusi almeno per il 90% e, per almeno l’80%, provenire al massimo da 40 km così come, per i beni del comparto ortofrutticolo, le salse, creme e marmellate erano stati previsti ferrei limiti (90% sfusi o in vetro, dei quali 70% entro i 40 km e 20 entro i 110 km).
Nel caso dei prodotti per la pulizia e l'igiene personale, in aggiunta al divieto di utilizzo di packaging plastico e ai limiti di provenienza territoriale, il Comune di Ossanna ha previsto l’obbligo di distribuzione mediante maxi-confezioni di vetro o alluminio per almeno il 20% del totale. Per trasportare la spesa poi tutti i contenitori dovranno essere realizzati in carta, stoffa o altro tessuto riutilizzabile.
Patrizia Pedergnana, giovane della Val di Pejo e titolare di un'azienda agricola biologica della zona, è riuscita ad aggiudicarsi il bando – e quindi l’immobile – anche grazie alla “rete” che è riuscita a creare con altri produttori locali. Per Patrizia questo supermarket rappresenta un passo avanti nel raggiungimento del suo obiettivo: creare un piccolo agrodistretto biologico a chilometro zero, ai piedi delle vette alpine dell'Ortles Cevedale. “Il nuovo supermercato – afferma Patrizia - diventerà anche un riferimento per una serie di servizi che facilitano la vita della popolazione: free wi fi, servizio di prenotazione visite specialistiche, servizio di stampa dei referti medici e di assistenza all'accesso della cartella clinica elettronica, punto di recapito dei medicinali inviati dalle farmacie dei comuni limitrofi, servizio di consegna della spesa a domicilio”.
“Dovevamo assegnare un locale di proprietà comunale a Fucine, una frazione del nostro Comune, attraverso un bando di gara” spiega il sindaco di Ossana, Luciano Dell'Eva. “Per questo ci siamo chiesti: perché non cogliere l'occasione per assegnalo a chi voglia trasformarlo in un punto vendita in grado di essere strumento di valorizzazione del nostro territorio? In Val di Sole abbiamo decine di produttori agricoli, allevatori e altre piccole imprese che faticano a trovare spazio nella Grande distribuzione organizzata classica e vengono messe a repentaglio dalle sue logiche spietate”.