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FederBio, la Federazione nazionale che tutela e favorisce lo sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica, e Assobioplastiche, l’associazione che riunisce produttori e trasformatori di materiali biodegradabili e compostabili, hanno firmato un’intesa per promuovere la sperimentazione e l’uso di teli biodegradabili e compostabili per la pacciamatura nelle coltivazioni biologiche.
Fino ad oggi infatti la pacciamatura, una pratica colturale che consiste nel ricoprire il terreno superficiale per impedire ad esempio la crescita di piante infestanti, mantenere l'umidità nel suolo e proteggere il terreno dall'azione della pioggia, viene per lo più realizzata tramite teli in plastica tradizionale che dopo il loro utilizzo devono essere rimossi e smaltiti come rifiuti dall’agricoltore.
Questa intesa pluriennale nasce quindi anche con l’obbiettivo di dare un’importante risposta ai problemi di fine vita dei film plastici usuali, ma non solo. Infatti, l’introduzione dei bioteli è coerente con i principi e le pratiche dell’agricoltura biologica che richiede grande attenzione ai materiali utilizzati per la produzione dei teli pacciamanti, soprattutto per quanto riguarda l’assenza di OGM e le loro rinnovabilità.
Aspetto importante dell’accordo è che FederBio contribuirà attivamente alla comprensione e diffusione delle caratteristiche tecniche e d’impiego delle pacciamature biodegradabili, mentre Assobioplastiche supporterà le richieste di informazioni e di attività di sperimentazione che potranno rendersi necessarie. Il protocollo d’intesa prevede anche il coinvolgimento di uno o più enti scientifici, con i quali le due associazioni definiranno un programma di prove in campo per la verifica delle rese, della produttività delle colture e degli effetti complessivi dell’utilizzo di questa pratica colturale in agricoltura biologica.
Questi dovranno essere biodegradabili secondo lo standard europeo EN 17033, non contenere organismi geneticamente modificati nei formulati utilizzati per la produzione della pacciamatura ed essere costituiti da materie prime rinnovabili in misura pari o superiore al 50% (oltre il 60% dal 2021). I teli così realizzati non necessiteranno neanche di esser rimossi e smaltiti alla fine del loro impiego, ma possono essere lasciati nel terrone dove saranno biodegradati.
“La sfida della transizione al biologico dell’agricoltura di pianura e su grandi superfici richiede approcci innovativi e strumenti efficaci, pienamente coerenti con i principi dell’agricoltura biologica sanciti dalla normativa europea e con l’approccio della bioeconomia e dell’economia circolare, politiche strategiche per l’Unione europea. Come affermato da Paolo Carnemolla, presidente FederBio che continua dicendo “Con il protocollo d’intesa fra Assobioplastiche e FederBio si avvia un percorso di sperimentazione che dovrà portare a uno standard per l’impiego dei bioteli in agricoltura biologica che raggiunga progressivamente la totale rinnovabilità dei materiali, dando con questo un segnale a tutta l’agricoltura italiana ed europea per eliminare definitivamente la plastica non biodegradabile dall’agricoltura”.
“Il biologico rappresenta uno dei molti fiori all’occhiello dell’agricoltura italiana, un modello di produzione a basso impatto e anche uno stile di vita scelto da un numero sempre più crescente di persone. Raccogliere le richieste provenienti da questo comparto, rispettandone i principi fondamentali, è una sfida che il comparto delle bioplastiche ha inteso cogliere mettendo a disposizione degli imprenditori del biologico teli per la pacciamatura biodegradabili, rinnovabili e privi di OGM. I nostri bioteli, grazie alla biodegradabilità secondo lo standard EN 17033, all’assenza di OGM e alla rinnovabilità della materia prima, rappresentano un’enorme opportunità per gli agricoltori perché oltre ad essere utilizzabili in diverse condizioni ambientali e su colture con cicli diversi, non devono essere recuperati e smaltiti al termine del ciclo colturale ma possono essere lasciati nel terreno dove vengono biodegradati ad opera di microrganismi, offrendo anche un enorme risparmio in termini di tempo e risorse. Anche in questo caso, dunque, esattamente come con l’uso dei materiali biodegradabili nella raccolta differenziata dell’organico, l’Italia dimostra di essere all’avanguardia, agendo da apripista nell’uso innovativo dei materiali biodegradabili e compostabili: un modello per l’Europa intera”, ha dichiarato Marco Versari, presidente di Assobioplastiche.
Un’importante passo avanti per eliminare la plastica non biodegradabile anche in agricoltura!
Fonti:
Comunicato stampa Assobioplastiche
Post a cura di Valeria Morelli 2.0