Negli ultimi tempi, anche nella patria della pizza e della pasta, sta spopolando un nuovo piatto che viene da lontano con tutto il suo carico di odori e sapori. Di cosa parliamo? Del Poke (o pokè)!
Il Poke – che, in hawaiano, significa "tagliare a pezzi" - è un piatto tipico della cucina hawaiana ed è servito come antipasto o come pietanza principale. Viene tradizionalmente preparato spellando, sventando e deliscando il pesce che, tagliato in filetti trasversali, viene condito con sale marino, kimchi e alghe marine. Le forme tradizionali sono aku (a base di tonno) e he'e (a base di polpo) mentre l'ahi poke è solitamente preparato con tonno pinna gialla. Esistono poi delle varianti realizzate con salmone o frutti di mare serviti crudi assieme al tipico condimento "poke". Come condimenti vengono usati anche la salsa di soia, le cipolle verdi, l’olio di semi di sesamo, il furikake (un misto di pesce e alghe essiccati e semi di sesamo), pezzetti di peperoncino secco o fresco, alghe marine, sale marino, inamona, uova di pesce e cipolle Maui.
A partire dal 2012, negli Stati Uniti continentali i ristoranti di poke hanno iniziato a diffondersi a ritmo vertiginoso: se tra il 2014 e il 2017 il numero di ristoranti pokè era passato da 370 a 700, nel 2018 era già balzato a 1811 (dati Washinghton Post).
A partire dal 2017, catene e ristoranti si sono andate espandendo anche in Europa e nel Regno unito. Nello stesso anno ha aperto i battenti anche il primo ristorante di pokè a Milano e, già dall’anno successivo, questo settore ha iniziato a diffondersi in tutta Italia: ad oggi, nel Belpaese, sono attivi circa 378 ristoranti.
Secondo un’analisi dell’advisor Cross Border Growth Capital, nel 2020, a livello mondiale, il volume di affari dei pokè bar ha raggiunto $1,74 miliardi e, nel 2024, il fatturato dovrebbe arrivare a $2,9 miliardi.
Nel mercato italiano, invece, il mondo del pokè - che nel 2020 è stato l’ottavo cibo più ordinato a domicilio - ha fatto registrare fatturati in costante aumento: dagli 86 milioni di Euro del 2020, si è passati quest’anno a €98 milioni e, secondo le stime, nel 2024 si potrà arrivare a €143 milioni.
Perché i pokè piacciono tanto?
Quali sono le ragioni di un successo che ha consentito al poke di guadagnare, su scala mondiale, la nona posizione dei cibi più ordinati nel 2020?
Innanzitutto la maggiore attenzione diffusa tra il pubblico circa la provenienza e il valore nutrizionale degli ingredienti usati per la preparazione delle pietanze assunte che ha spinto molti ad abbandonare il cosiddetto “junk food” a beneficio di piatti con ingredienti salutari come il pokè.
Essendo poi un piatto piatto pratico, consumabile freddo, componibile e compatibile con il trasporto, è ideale per essere ordinato tramite delivery.
Non va poi sottovalutata la possibilità di personalizzare il pokè che, essendo un prodotto esteticamente piacevole, si presta ad essere il protagonista di stories su instagram e quindi ad essere pubblicizzato su ampia scala dagli stessi clienti.