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PLA o CPLA: qual è la differenza?

PLA o CPLA: qual è la differenza?

CPLA è la sigla utilizzata per indicare il PLA cristallizzato, ovvero un biopolimero ottenuto attraverso un processo di cristallizzazione del PLA (acido polilattico), che ne modifica le proprietà termiche e fisiche. Il PLA materiale amorfo e trasparente nella sua forma originaria, derivato da fonti rinnovabili come l’amido di mais, la barbabietola o la canna da zucchero.

Come si produce il PLA

La produzione di questa bioplastica avviene tramite un processo di fermentazione degli zuccheri contenuti nelle colture vegetali. Questi zuccheri vengono trasformati in acido lattico, che a sua volta viene polimerizzato per ottenere il materiale plastico. Il risultato è un prodotto completamente biodegradabile e compostabile, in condizioni controllate, come quelle degli impianti di compostaggio industriale.

Le caratteristiche del PLA

Il PLA ha molte caratteristiche che lo rendono ideale per applicazioni monouso e imballaggi alimentari:

  • Trasparenza e brillantezza simili alla plastica PET
  • Leggerezza e resistenza
  • Sicurezza per il contatto con alimenti
  • Biodegradabilità e compostabilità certificate (EN 13432)

Tuttavia, presenta una resistenza termica limitata, generalmente fino a circa 45-50°C.

pla

Il processo di cristallizzazione consente di organizzare la struttura molecolare del PLA in forme ordinate e stabili, aumentando significativamente la resistenza al calore fino a circa 85°C. Questo rende il CPLA particolarmente adatto a contesti in cui il materiale deve entrare in contatto con bevande o alimenti caldi. Dal punto di vista estetico e funzionale, la cristallizzazione fa perdere al materiale la trasparenza tipica del PLA, conferendogli un aspetto opaco di colore bianco-lattiginoso. Anche nella sua forma cristallizzata, il CPLA mantiene la compostabilità secondo la norma EN 13432, che certifica la capacità del materiale di biodegradarsi completamente in impianti industriali di compostaggio, senza lasciare residui tossici nell’ambiente.

Dove viene utilizzato il PLA

Questo materiale bioplastico viene utilizzato nella realizzazione di bicchieri, posate, piatti, pellicole, contenitori per alimenti, sacchetti biodegradabili, packaging e persino nel settore medicale e nella stampa 3D. Una delle applicazioni più comuni è nella produzione di sacchetti trasparenti per frutta e verdura, in alternativa alle buste di plastica tradizionali.

Il PLA è davvero biodegradabile?

Suddetta bioplastica è biodegradabile e compostabile, ma solo in condizioni specifiche. Si decompone efficacemente in impianti di compostaggio industriale, dove umidità e temperatura sono controllate. In ambienti naturali come mare o suolo, la biodegradazione può essere molto più lenta.

pla materiale

Vantaggi e limiti del PLA Tra i principali vantaggi del PLA ci sono la sua origine rinnovabile, la riduzione delle emissioni di CO2 rispetto alla plastica convenzionale e la possibilità di compostaggio. Tuttavia, non è adatto per alte temperature (si deforma sopra i 50°C) e non è sempre facile da riciclare, essendo necessario un impianto dedicato. Grazie a queste caratteristiche, il CPLA è largamente impiegato nella produzione di accessori monouso per la ristorazione sostenibile, come coperchi per bicchieri destinati a bevande calde, posate compostabili, vaschette e contenitori resistenti al calore, offrendo così un’alternativa ecologica alla plastica tradizionale di origine fossile.