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33.800 bottigliette di plastica gettate, ogni minuto, nel Mediterraneo: questa è la rappresentazione plastica di ciò che sta avvenendo davanti ai nostri occhi secondo il nuovo report WWF “Fermiamo l’inquinamento da Plastica: come i Paesi del Mediterraneo possono salvare il proprio mare” presentato nei giorni scorsi.
I ventidue paesi che compongono la regione mediterranea producono il 10% di tutti i beni di plastica del mondo, ma solo il 72 % dei rifiuti di plastica viene trattamento in maniera controllata. Se l’Italia può vantare una catena di raccolta differenziata della plastica in grado di raccogliere il 38% del totale, gli altri paesi del sud mediterraneo riciclano meno del 10% dei loro rifiuti.
L’inefficiente gestione dei rifiuti plastici nell’area del Mediterraneo – ove le principali forme di trattamento continuano ad essere le discariche e gli inceneritori – comporta la dispersione nelle acque del Mare Nostrum di oltre 570 mila tonnellate di plastica ogni anno causando non solo un aumento dell’inquinamento, ma danni economici per un ammontare di vari miliardi di euro.
In assenza di opportune e rapide contromisure questo fenomeno è destinato ad espandersi enormemente: secondo gli esperti del WWF, entro il 2050, l’inquinamento nell’area mediterranea potrebbe addirittura quadruplicarsi.
Qual è, in questo scenario, il ruolo dell’Italia? Il Belpaese, trovandosi nel bel mezzo dell’area mediterranea ed essendo il maggiore produttore di manufatti di plastica della regione e il secondo più grande produttore di rifiuti plastici, rappresenta nel contempo sia uno dei principali imputati nonché una delle vittime più colpite dal fenomeno. Ogni anno gli italiani gettano in natura mezzo milione di tonnellate di rifiuti plastici e producono 4 milioni di tonnellate di rifiuti provenienti, per l’80% del totale, dall’industria degli imballaggi: tutto ciò ha un costo tangibile pari a 67 milioni di euro annui che si riversano a danno del turismo (30,3 milioni di euro), della pesca (8,7 milioni di euro), del commercio marittimo (28,4 milioni di euro) o che comunque sono impiegati per bonifiche e pulizia (16,6 milioni di euro).
Il WWF ha quindi chiesto a tutti i governi dei paesi che affacciano sul Mediterraneo nonché ai membri dell’UE di impegnarsi congiuntamente per salvare il Mar Mediterraneo dall’inquinamento da plastica.
Secondo Donatelli Bianchi, presidente del WWF Italia, “Il meccanismo di gestione della plastica è decisamente guasto: i paesi del Mediterraneo ancora non riescono a raccogliere tutti i propri rifiuti e sono lontani dal trattarli con una modalità efficiente di economia circolare. Il cortocircuito sta nel fatto che mentre il costo della plastica è estremamente basso mentre quello di gestione dei rifiuti e dell’inquinamento ricade quasi totalmente sulla collettività e sulla natura. Dall’altro lato, perché facciano passi in avanti, il sistema di riciclo dei rifiuti plastici è ancora troppo costoso. Tutti i Paesi dovrebbero rivedere la catena del ciclo di vita della plastica, ridurre drasticamente la produzione e il consumo di plastica e investire seriamente in sistemi innovativi di riciclo e riutilizzo, in cui la plastica non venga sprecata. L’unica rotta possibile per contrastare con efficacia l’inquinamento da plastica dal Mediterraneo è questa”.
La petizione: https://www.wwf.it/petizione_plastica.cfm?utm_source=web&utm_campaign=PetizionePlastica2019