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La crisi economica che attanaglia il nostro Paese ormai quasi da un decennio ha di sicuro modificato le nostre abitudini e, in alcuni casi, giocoforza, ha avuto conseguenze positive: se, ad esempio, nel 2014, il 50% degli italiani confessava di gettare cibo nella pattumiera quasi ogni giorno, dopo 4 anni, questa percentuale è crollata all’1%.
Tuttavia pensare che la piaga dello spreco di cibo sia ormai un ricordo è pura illusione: secondo i dati raccolti nei “Diari di famiglia” del progetto REDUCE condotto dal Ministero dell’Ambiente e dall’Università di Bologna Distal, il cibo gettato nelle case, nelle scuole e nei vari anelli della distribuzione è pari a 700,7 grammi settimanali pro capite con un costo settimanale di 3,76 € settimanale e di 196 € annuale. Nel 63% dei casi il cibo viene gettato a causa del superamento della data di scadenza mentre nel 51% delle volte il cibo è addirittura ammuffito. Trovare tutte le soluzioni antispreco possibili diventa doveroso.
Secondo il 64% degli intervistati è necessario stilare una lista della spesa prima di andare al supermercato, per il 63% vanno congelati i cibi che non mangeremo a breve, per oltre la metà (51%) non si deve cucinare più del necessario e quasi la stessa percentuale degli intervistati (49%) ritiene che gli scarti vadano riutilizzati o comunque vada verificato se siano realmente andati a male prima di gettarli.
A livello nazionale quindi ogni anno nelle case italiane si gettano cibi del valore complessivo di quasi 12 miliardi € (esattamente 11.858.314.935 €), che si sommano a quelli sprecati nella filiera della produzione e della distribuzione il cui valore stimato è di oltre 3 miliardi € (3.176.032.413 €) pari al 21,1% del totale. I conti di questo scempio sono presto fatti: ogni anno finiscono nel cassonetto cibi per oltre 15 miliardi €, (per l’esattezza 15.034.347.348 €) pari allo 0,88% del Pil.
Secondo l’indagine REDUCE nel piatto di ogni allievo rimane, in media, una quantità di 90 grammi di cibo che, per quasi un terzo (27 grammi) è addirittura lasciato intatto.
Varie sono le iniziative per sensibilizzare il pubblico su questo grave problema: nei giorni scorsi, ad esempio, è stata presentata, nell’ambito del progetto 60 Sei ZERO, la settima edizione del Premio Vivere a Spreco Zero, riconoscimento dedicato a tutte le iniziative virtuose di imprese, Amministrazioni pubbliche, scuole, associazioni e cittadini che si pongono l’obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari, di acqua ed energia nonché di promozione degli acquisti verdi nella pubblica amministrazione, della mobilità sostenibile e di riduzione di rifiuti e del consumo di suolo.
Sino al 10 ottobre 2019, si potranno inviare sul sito www.sprecozero.it i progetti di lotta allo spreco e, inviando un tweet con hashtag #sprecozero, indicando una quote, i cittadini potranno esporre una buona pratica o inviare un’immagine che illustra comportamenti virtuosi e/o consigli, indicazioni, suggerimenti utili a prevenire lo spreco alimentare: i 20 tweet ritenuti più interessanti dalla Giuria del Premio - guidata dal presidente e fondatore di Last Minute Market Andrea Segrè, coordinata dal curatore del progetto 60 Sei ZERO Luca Falasconi e composta, fra gli altri, dai giornalisti Antonio Cianciullo, Marco Fratoddi, Massimo Cirri, Roberto Giovannini - saranno valorizzati sul sito della campagna e dei partner di riferimento e l’autore del tweet vincitore otterrà una fornitura di prodotti agroalimentari.
«I dati emersi dal progetto REDUCE- ha affermato il direttore Grillo - indicano come vi sia un calo dello spreco a livello domestico. Gli italiani stanno dunque aumentando la loro sensibilità al problema e stanno focalizzando la loro attenzione sui comportamenti che possono generare sprechi, cercando in qualche modo di cambiare il loro atteggiamento rispetto alla questione cibo-spreco. Questo è certamente un ottimo risultato, ma c’è ancora da migliorare a tutti i livelli a partire dalle mense scolastiche, alla ristorazione e alla grande distribuzione. L’impegno che il Ministero dell’Ambiente da molti anni profonde nel contrasto allo spreco alimentare deve quindi proseguire mirando al raggiungimento dell’obiettivo di Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite di dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030».
«Sono dati che testimoniano l’importanza di buone pratiche da individuare, adottare e veicolare sul piano degli enti pubblici, delle imprese, delle scuole, così come sul piano personale, nel quotidiano delle nostre case - sottolinea il presidente di Last Minute Market Andrea Segrè – Per questo arriva la 7^ edizione del Premio Vivere a Spreco Zero, i piccoli “Oscar” della prevenzione e riduzione degli sprechi, e per questo, a pochi giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico, raccogliamo l’appello dei cittadini e lo rilanciamo perché l’educazione alimentare diventi programma scolastico, e perché l’educazione civica del nostro tempo non sia avulsa dalla sensibilizzazione sui temi della sostenibilità e dell’educazione ambientale. Le buone pratiche individuate e condivise, adottate sul territorio nazionale da soggetti pubblici e privati, sono esperienze rilevanti e innovative è importante favorire la diffusione e la replica sul territorio. Quest’anno, accanto alle categorie consuete - Amministrazioni Pubbliche, Imprese, scuole, associazioni e cittadini – il Premio Vivere a Spreco Zero includerà nuove categorie, prima fra tutte quella No Plastic Food & Drink: perché la prevenzione degli sprechi è anche prevenzione dei rifiuti e cura dell’ambiente. Il Premio Vivere a Spreco Zero ha scelto quindi di partecipare alla mobilitazione internazionale finalizzata a sostenere la riduzione/eliminazione delle plastiche alimentari per cibo e/o acqua».